Siamo persone che lottano, organizzazioni sociali e sindacali, forze
politiche e movimenti civili, e ci siamo assunti l'impegno di dare voce e
visibilità alle tante e ai tanti che rifiutano e contrastano Monti e la sua
politica di massacro sociale, dando vita il 27 ottobre a Roma a una giornata di
mobilitazione nazionale, NO MONTI DAY.
Scendiamo in piazza per dire:
*NO a Monti e alla sua politica economica che produce precarietà,
licenziamenti, disoccupazione e povertà, no alle controriforme liberiste, oggi e
domani.
*NO all'Europa dei patti di stabilità, del Fiscal Compact,
dell'austerità e del rigore, che devastano da anni la Grecia e ora l'Italia.
*NO all'attacco autoritario alla democrazia, no alla repressione
contro i movimenti ed il dissenso, no allo stato di polizia contro i
migranti.
*Sì al lavoro dignitoso, allo stato sociale , al reddito, per tutte
e tutti, nativi e migranti.
*Sì ai beni comuni, alla scuola e alla ricerca
pubblica, alla salute e all'ambiente, a un'altra politica economica pagata dalle
banche, dalla finanza dai ricchi e dal grande capitale, dal taglio delle spese
militari e dalla cancellazione delle missioni di guerra, dalla soppressione dei
privilegi delle caste politiche e manageriali, sì alla cancellazione di tutti i
trattati che hanno accentrato il potere decisionale nelle mani di una
oligarchia.
*Sì alla democrazia nel paese e nei luoghi di lavoro, fondata
sulla partecipazione, sul conflitto e sul diritto a decidere anche sui trattati
europei.
Vogliamo manifestare per mostrare che, nonostante la censura del regime
informativo montiano, c'è un'altra Italia che rifiuta la finta alternativa tra
schieramenti che dichiarano di combattersi e poi approvano assieme tutte le
controriforme, dalle pensioni, all'articolo 18, all'IMU, alla svendita dei beni
comuni, così come c'è un'altra Europa che lotta contro l'austerità e i trattati
UE.
Un'altra Italia che lotta per il lavoro senza accettare il ricatto della
rinuncia ai diritti e al salario,che difende l'ambiente ed il territorio senza
sottomettersi al dominio degli affari.
Un'altra Italia che lotta per una
democrazia alternativa al comando autoritario dei governi liberisti e
antipopolari europei primo fra tutti quello tedesco, della BCE della Commissione
Europea e del FMI, del grande capitale e della finanza
internazionale.
Promuoviamo una manifestazione chiara e rigorosa nelle sue
scelte, che porti in piazza a mani nude e a volto scoperto tutta l'opposizione
sociale a Monti e a chi lo sostiene, per esprimere il massimo sostegno a tutte
le lotte in atto per i diritti, l'ambiente ed il lavoro, dalla Val Susa al
Sulcis, da Taranto a Pomigliano, dagli inidonei e precari della scuola, da
Cinecittà occupata ai tanti esempi di cultura condivisa come il Teatro Valle
occupato e le tante altre in giro per l'Italia, a tutte e tutti coloro che
subiscono i colpi della crisi.
Vogliamo che la manifestazione, che partirà
alle 14,30 da Piazza della Repubblica, si concluda in Piazza S. Giovanni con una
grande assemblea popolare, ove si possa liberamente discutere di come dare
continuità alla mobilitazione.
Proponiamo a tutte e tutti coloro che sono
interessati a questa percorso di costruirlo assieme, specificandone e
ampliandone i contenuti, fermi restando i punti di partenza e le modalità qui
definiti.
Il comitato promotore NO MONTI DAY ROMA 27 OTTOBRE
Per andare a Roma con partenza dalla provincia di Pisa è possibile prenotare un posto sui pulman organizzati unitariamente dai vari movimenti della nostra zona. Per partire da Pisa chiamare il 3491636503, per partire da Pontedera chiamare il 3384697185
Questo blog nasce su iniziativa dei compagni del collettivo di Sinistra Critica della provincia di Pisa. Queste pagine saranno uno strumento per far conoscere le nostre attività e prese di posizione su temi di interesse locale, ma anche su questioni di carattere più generale.
martedì 23 ottobre 2012
giovedì 11 ottobre 2012
NO ALLA DISMISSIONE DELLA SCUOLA PUBBLICA! NO AL CONCORSO TRUFFA! NOI IL DEBITO NON LO PAGHIAMO!
Il governo Monti prosegue sulla strada della dismissione dell'istruzione pubblica segnata da Berlusconi, confermando l’attuazione di tutti i provvedimenti del governo precedente (responsabile di 8 miliardi di tagli e di oltre 150mila licenziamenti) e tagliando ulteriori 200 milioni di euro alla scuola pubblica con la spending review. La scuola statale è stata gettata sul lastrico, gli studenti sono costretti in classi sovraffollate in cui è impossibile esercitare una didattica di qualità, in cui la loro stessa incolumità è messa a repentaglio viste le deroghe ai parametri stabiliti dalle leggi sulla sicurezza; diminuiscono le ore di studio nella scuola dell’obbligo; si nega il diritto allo studio e all’integrazione dei disabili.
Per coprire questa situazione il ministro Profumo ha tirato fuori dal cilindro un concorso per i docenti, propagandando oltre 11mila assunzioni di giovani insegnanti. In realtà le assunzioni – già previste dalla Gelmini per far entrare i docenti precari al posto di quelli che vanno in pensione – sono solo una minima parte dei circa 100mila posti vacanti su cui ogni anno lavorano i precari, sono spalmate su due (o forse tre) anni scolastici e non coprono neanche i pensionamenti previsti. Inoltre il concorso costituisce uno spreco di denaro pubblico, essendo rivolto soprattutto ai docenti già in possesso di abilitazione, che hanno già vinto un concorso precedente o si sono abilitati nelle scuole di specializzazione a numero chiuso e che quindi hanno già ampiamente maturato il diritto ad essere assunti a tempo indeterminato. In questo modo si punta a costruire una ulteriore divisione tra i precari , quelli che avranno vinto il concorso e che saranno inseriti in una ennesima graduatoria di merito e la grande maggioranza che rimarrà a marcire nelle graduatorie “ad esaurimento”. Gli aspiranti docenti iscritti ai costosi corsi TFA dovranno aspettare un prossimo fantomatico concorso per provare a conquistare un contratto a tempo indeterminato, andando nel frattempo ad ingrossare le fila dei precari della scuola, che in assenza di investimenti cospicui non hanno alcuna prospettiva di stabilizzazione.
Nella scuola si è ormai costituito un enorme esercito di riserva di quasi 300mila precari (o aspiranti tali) che i governi neoliberisti utilizzano come leva per la sottrazione dei diritti anche agli insegnanti di ruolo e per la squalificazione dell’istruzione pubblica. La proposta di legge n. 953 (inizialmente presentata dalla deputata Aprea del PdL) prevede lo smantellamento degli organi collegiali, annullando le conquiste di democrazia ottenute con anni di lotte da insegnanti e studenti. La scuola che ha in mente questo parlamento, complici entrambi i principali schieramenti politici, prevede la partecipazione dei privati agli organi di autogoverno degli istituti, smascherando finalmente il concetto di “autonomia” sbandierato dal centrosinistra come un avanzamento democratico e che invece si traduce nell’aziendalizzazione delle scuole, messe in competizione tra loro sul mercato a spese del diritto allo studio e dell’indipendenza del sapere.
L’ennesima riforma del sistema pensionistico attuata dalla ministra Fornero colpisce in modo particolare le lavoratrici ed i lavoratori della scuola, costringendoli a rimanere al lavoro oltre i 67 anni, rallentando il turnover, costringendo molti precari ad andare in pensione con un reddito da fame. Il blocco del contratto collettivo, scaduto nel 2009, peggiora la già scandalosa situazione retributiva dei dipendenti della scuola, peggio ancora per i precari neoassunti che devono rinunciare anche ai miseri scatti di anzianità per i primi cinque anni. In questo quadro i docenti cd. inidonei vengono ricollocati tra gli amministrativi, si prospettano tagli sugli scatti di anzianità e sugli stipendi di chi assiste i parenti disabili, si sta ventilando la possibilità di aumentare l'orario di lavoro a parità di salario per gli insegnanti!
Le politiche contro la scuola pubblica sono politiche contro i lavoratori e le lavoratrici, sia direttamente perché colpiscono i diritti di chi lavora nella scuola, sia indirettamente perché negano il diritto allo studio per i lavoratori e le lavoratrici di domani, puntando a costruire una massa ignorante ed asservita al dominio dei padroni sui luoghi di lavoro e ai poteri forti nella società in generale. Queste politiche vengono giustificate con la necessità di fronteggiare la crisi e aggiustare i conti pubblici per il pagamento del debito, accumulato negli anni al fine di favorire speculatori e capitalisti. Le lavoratrici ed i lavoratori, le studentesse e gli studenti non sono responsabili della crisi economica e non hanno contribuito alla formazione del debito, sono anzi in credito di democrazia e di diritti, e con la lotta se li riprenderanno!
Costruiamo insieme un movimento di opposizione al governo Monti, a partire dalla manifestazione nazionale No Monti Day del prossimo 27 ottobre!
Chiediamo:
• il rifinanziamento immediato della scuola pubblica statale restituendo gli 8 miliardi di euro indebitamente sottratti dal governo Berlusconi;
• l’assunzione dei precari su tutti i posti vacanti e un sistema di reclutamento che garantisca l’assunzione a tempo indeterminato dei precari entro tre anni di servizio prestato per supplenze.
Sinistra Critica
mercoledì 3 ottobre 2012
Terzo Congresso Nazionale di Sinistra Critica
Si è svolto dal 27 al 30 settembre 2012 a Trevi (TR) il Terzo Congresso Nazionale di Sinistra Critica.
Cliccando sugli appositi collegamenti potete trovare tutti i vari Ordini del giorno approvati , poi la Mozione conclusiva e infine la composizione del nuovo Coordinamento Nazionale di Sinistra Critica.
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