giovedì 24 novembre 2011

Presentazione del libro "La normale eccezione" il 2 dicembre a Pisa

VENERDI 2 DICEMBRE ore 18.30
presso la LIBRERIA TRA LE RIGHE
VIA CORSICA 8 -  PISA

presentazione del libro "La normale eccezione"
"Lotte migranti in Italia. La gru di Brescia, lo sciopero del primo marzo, la tendopoli di Manduria"
edito da EDIZIONI ALEGRE

ne parliamo con
Felice Mometti, autore del libro
Madiaw, dell'Assemblea antirazzista e antifascista di Massa Carrara
introduce Federico Giusti (Confederazione COBAS Pisa)


"Tutte le leggi sull’immigrazione varate in Italia negli ultimi vent’anni hanno consolidato il principio che il permesso di soggiorno sia legato al contratto di lavoro, assegnando un potere incontrollabile agli imprenditori che assumono il ruolo di “regolatori dei diritti di cittadinanza”. Questo aspetto più di altri è un tratto specifico della condizione migrante, che dimostra di richiedere un ambito autonomo di presa di coscienza e di autorganizzazione."

lunedì 14 novembre 2011

ADDIO A BERLUSCONI E AL SUO GOVERNO. ADESSO OPPOSIZIONE AL GOVERNO DELLE BANCHE E DELLA FINANZA EUROPEA

Le migliaia di donne e uomini nelle piazze in tante città italiane giustamente festeggiano le dimissioni di un personaggio che troppi danni ha fatto negli anni in cui è stato presidente del consiglio – e anche in quelli in cui è stato all’opposizione. Non condividiamo di questi festeggiamenti la disattenzione per come è avvenuta la caduta di Berlusconi e per quello che succederà da questo momento.
Nemmeno condividiamo la gioia verso il presidente Napolitano, che è stato protagonista di questa caduta per rispondere alle esigenze del capitale e della leadership politica europea, che consideravano Berlusconi e il suo governo inadatti a portare a termine le politiche di austerità e di distruzione dello stato sociale che in tutta Europa sono l’unica “risposta” alla crisi.
Tantomeno possiamo dimenticare che la cronaca di un’austerità annunciata porta il nome di Mario Monti, commissario integerrimo che vietava qualsiasi aiuto di Stato, per favorire gli interessi delle grandi banche e per garantire la deregulation del sistema finanziario. Lo stesso Mario Monti che sul “Corriere della sera” esaltava le “riforme” di Gelmini e Marchionne. Può seriamente qualcuno a sinistra pensare che sia l’uomo giusto, che possa rappresentare qualcosa di “meglio”?
Non c’è un “dopo”, quindi, c’è invece un presente rappresentato da un governo pericoloso per gli interessi delle classi popolari e che ha come suo unico programma nuove e più pesanti manovre economico-finanziarie contro lavoratrici e lavoratori, per maggiori privatizzazioni dei beni comuni, per asservire ancora maggiormente le scelte interne alle esigenze del capitale europeo.
Un governo che vuole vendere la vecchia ideologia secondo la quale dalla crisi si può uscire solamente con ulteriori sacrifici dopo che il welfare, i salari, le pensioni fanno sacrifici da più di vent'anni.

Per lavoratrici e lavoratori, precari/e, giovani, migranti c’è solo una strada possibile: l’opposizione immediata e ferma al governo Monti-Napolitano – ricostruendo dal basso le ragioni e l’organizzazione necessarie per resistere a nuove manovre contro di loro e per costruire una rete che ponga le questioni dell’alternativa sociale e politica, facendo pagare la crisi a chi l’ha provocata.

Non ci sono scorciatoie istituzionali: l’unica via democratica non può che venire da elezioni immediate e da un confronto sulla politica e sui programmi che provi a far tesoro di quanto accaduto negli ultimi quattro anni – con una sinistra anticapitalista che rifiuti qualsiasi compromesso di “unità nazionale” o “tecnico” e organizzi l’opposizione sociale e politica.
Invitiamo tutte/i a costruire la più ampia unità delle forze che rifiutano il governo Monti per un’uscita da sinistra alla crisi.  Noi ci saremo.

Sinistra Critica
Esecutivo nazionale

mercoledì 9 novembre 2011

VIA IL GOVERNO BERLUSCONI !!! … E POI ?

Vogliamo essere chiari fin dall’inizio: la caduta, meglio la cacciata, del governo Berlusconi e la fine della carriera politica del presidente del consiglio sono obiettivi sacrosanti. Punto.
Questo governo rappresenta e ha rappresentato la faccia feroce e immorale delle politiche liberiste, un governo che non conosce le regole democratiche e ha costruito le fortune di imprese e personaggi amici sul taglio delle spese sociali e del livello di vita di milioni di donne e uomini. Per questo la sua caduta è una liberazione e un’occasione per le classi popolari e per la democrazia del nostro paese.
Ma…
Non ci interessa minimamente il dibattito sulla composizione istituzionale della crisi di governo: governo tecnico, governo “traghettatore”, governo di larghe intese e altre amenità…
Ci interessa molto, invece, comprendere cosa si sta preparando per lavoratrici e lavoratori, giovani,precarie/i di questo paese.
La crisi di governo non avviene sull’onda delle mobilitazioni di massa, che pure non sono mancate anche in Italia, ma è la conseguenza dell’incapacità di Berlusconi in prima persona e della sua maggioranza di mentecatti di dare piena soddisfazione alle esigenze dal capitale dominante in Europa - quindi alla Bce e ai suoi padroni franco-tedeschi, anche se alla guida c’è l’italiano Draghi – e alle necessità della Confindustria e delle banche di avere capitali freschi per permettere loro di uscire dalla crisi con maggiori profitti e poteri.
Per poter applicare fino in fondo questi provvedimenti il centrodestra al governo non è sufficiente: serve imbarcare nell’operazione anche una parte della cosiddetta “opposizione”, quella “responsabile” formata dal PD e dal fantomatico “terzo polo” (pensate al trio Casini, Fini, Rutelli…..). Opposizione così responsabile da condividere fino in fondo le ricette di Fmi e Bce e che quando critica Berlusconi sulla politica economica lo fa… da destra: nel senso che critica l’impresentabilità di Berlusconi, ma non le politiche di fondo.
Così responsabile da aver permesso che passassero le finanziarie (per discutere la sfiducia – dicembre 2010), la manovra di bilancio, la legge di stabilità….
Per dare una risposta adeguata alla crisi di governo, una risposta di sinistra, si deve affrontare con chiarezza e onestà un nodo chiave delle scelte politiche dei prossimi mesi: CHI PAGA LA CRISI?
Non è sufficiente dire che si vogliono più risorse per il lavoro, i giovani, il welfare, la cultura ecc… se non si dice dove devono essere prese queste risorse.
E la risposta, come si deve dire, è una risposta di classe: paghi chi ha provocato la crisi; paghi chi non ha mai pagato; altro che “anche i ricchi paghino”: solo i “ricchi” devono pagare, gli altri (pensionate/i, precari/e, lavoratrici e lavoratori, migranti) hanno già pagato e ancora pagano.
La caduta del governo Berlusconi è un’occasione affinché la sinistra e i movimenti sociali prendano la forza di organizzarsi e perché lavoratrici e lavoratori, precari/e, studentesse e studenti, migranti diano vita ad una mobilitazione che ponga dal basso una piattaforma chiara: il debito illegittimo non si deve pagare; vanno tagliate le spese inutili e dannose (spese militari e grandi opere come Tav, Expo2015, Ponte di Messina…); vanno recuperati i miliardi regalati alle imprese con il cuneo fiscale di prodi ancora in vigore e con altri provvedimenti simili; vanno nazionalizzate le banche e difesa la gestione pubblica dei beni comuni – come hanno chiesto 27milioni di elettori ed elettrici il 12 giugno scorso.
Con queste risorse si potrà costruire una politica economica diversa, che finalmente risponda ai bisogni del “99%” – come dicono i manifestanti di “Occupy Wall Street” – e che ponga al primo posto la riconversione ecologica della produzione (e del territorio, così da evitare altri morti alla prossima pioggia o al prossimo terremoto).
Alla “società civile” che manifesta contro il governo Berlusconi e ne denuncia soprattutto gli aspetti più scandalosi/scandalistici, non chiediamo opinioni sul prossimo governo: chiediamo se è pronta a lottare per questi contenuti, se smette di ragionare di governi (o giunte regionali e comunali) amici, se è pronta a non permettere a qualsiasi di governo di fare politiche di guerra, contro i diritti dei lavoratori, contro le classi popolari.
Insomma, di fare il suo mestiere: non più supporto esterno a governi amici, ma indipendenza e autonomia per costruire l’alternativa.
Noi ci proviamo – già dalle prossime settimane: dalle manifestazioni studentesche del 17 ottobre alla manifestazione nazionale per la difesa di acqua e beni comuni del 26 novembre, nella speranza di uno sciopero generale vero (che probabilmente verrà fermato dalla “responsabilità” delle organizzazioni Confederali di fronte ad un governo di larghe intese…).

Esecutivo Nazionale
Sinistra Critica
Organizzazione per la Sinistra Anticapitalista

martedì 8 novembre 2011

Solidarietà a Riccardo Antonini.


Apprendiamo che "Rete Ferroviaria Italiana" richiede la cessazione dall'incarico a Riccardo Antonini (consulente di parte per alcuni familiari delle vittime della strage di Viareggio del 2009). La direzione delle ferrovie, con questo gesto indegno, palesa la reale funzione della libertà di licenziamento sostenuta da questo Governo: amputare sul nascere ogni forma di pensiero divergente e critico rispetto allo status quo. Coloro che sono già stati colpiti duramente nei propri affetti attendono solamente verità e giustizia: esigiamo, quindi, che non vengano ulteriormente offesi con atti che andrebbero a colpire chi si batte per ottenerle e chi lotta con enorme ma pacifica determinazione per far emergere le responsabilità della strage.

L'atteggiamento di Mauro Moretti e di tutta la dirigenza delle Ferrovie è semplicemente indecente. Riccardo è "colpevole", come tutti i cittadini di Viareggio, di volere verità e giustizia per le 32 vittime della strage del 29 giugno 2009. Ma questa verità non è gradita ai vertici delle Ferrovie che cercano con ogni mezzo di uscire dal processo e reprimono chi si batte per la sicurezza dei lavoratori e degli utenti delle ferrovie. Mauro Moretti se non fosse cosi arrogante avrebbe dovuto già dimettersi da tempo. Visto,
però, gli appoggi bipartisan di cui gode è stato persino nominato "Cavaliere del lavoro" nonostante sia pluri -indagato e nonostante le sue infelici esternazioni sulla strage di Viareggio. In Italia, oggi, un lavoratore onesto che si batte per la sicurezza di tutti perde il posto di lavoro un dirigente irresponsabile e inquisito viene, invece, premiato. Sembra un paradosso ma è l'amara e ingiusta realtà contro la quale invitiamo tutti a indignarsi e protestare. Saremo al fianco di Riccardo perchè sia riassunto e chiediamo nuovamente che Moretti se ne vada dai vertici delle ferrovie.
Sinistra Critica esprime totale e completa solidarietà al lavoratore ed alle associazioni dei familiari delle vittime, ai quali daremo tutto il nostro possibile sostegno.

Sinistra Critica