Le nuvole della
"crisi del debito" sono cariche di tempesta. La fine dell'estate ci porta i
tentativi governativi di "salvare l'euro" continuando a massacrare i lavoratori.
L'Alcoa, i minatori del Sulcis, la Fiat,l'Ilva di Taranto e le tante vertenze
aperte in difesa del posto di lavoro ci parlano della fatica,delle sofferenze e
delle resistenze di tanti luoghi di lavoro e di tanti territori.
Insieme ad
essi il dramma dei precari e degli insegnanti, l'offensiva contro i lavoratori
pubblici, l'aumento delle tasse universitarie e l'attacco alla scuola pubblica
che produce anch'essa rabbia e resistenza.
Quello che occorre è la
costruzione di un grande movimento unitario contro la crisi, l'austerità e le
politiche del Governo Monti. Un grande movimento nel quale possano confluire le
organizzazioni sindacali conflittuali, le tante RSU E I LAVORATORI IN LOTTA, I
PRECARI E GLI STUDENTI, LE DONNE E LE POPOLAZIONI DEI TERRITORI DEVASTATI DALLA
LOGICA MICIDIALE DELLE GRANDI OPERE e della cementificazione selvaggia, dalle
diverse Val di Susa ai Comitati per l'acqua pubblica.
Il movimento contro
l'austerità e il debito di cui si sente una disperata necessità può provare
anche ad utilizzare strumenti che mettano in discussione le micidiali politiche
varate nei mesi scorsi dal governo Monti.
Tra questi strumenti vi possono
rientrare sicuramente i due "referendum sociali" per la cancellazione delle
modifiche all'articolo18 dello statuto dei lavoratori e la cancellazione
dell'articolo 8 dell'ultima finanziari berlusconiana, che rendeva possibile le
deroghe al contratto nazionale.
Sinistra Critica sceglie quindi di
partecipare ai comitati promotori di questi referendum che si stanno definendo
in questi giorni e si impegnerà nella raccolta di firme, cercando di farne una
leva per il conflitto sociale e l'allargamento della mobilitazione nelle
piazze,nei territori,nei luoghi di lavoro.
In questo scenario, e di fronte ai
compiti che incombono sui soggetti del sindacalismo conflittuale e della
sinistra di opposizione,non possiamo che esprimere grande preoccupazione per
quanto maturato nell'ultimo comitato centrale della Fiom.
Non ci convince la
scelta di offrire un "patto" a Fmi, Uilm e Federmeccanica per il 2013 che
sterilizzerebbe la battaglia per il contratto nazionale di lavoro - con
l'illusione magari di evitare la politica degli "accordi separati"-in cambio
della "defiscalizzazione del salario". Tantomeno ci convince l'offerta fatta sul
terreno dell'apprendistato-ampliandone l'utilizzo da parte degli industriali -
sul cuneo fiscale alle aziende che fanno investimenti produttivi o sull'uso
delle risorse del fondo Cometa per sostenere "l'industria di qualità"(?).
Ci
sembra che tutto ciò non vada certo nella direzione dell'unificazione delle
lotte in corso intorno ad obiettivi chiari, mobilitanti e soprattutto
corrispondenti all'esigenza dei lavoratori di difendere il proprio salario e il
proprio lavoro.
Ancor meno ci piace il tentativo di azzeramento della
segreteria,aprendo quindi di fatto una crisi nel gruppo dirigente, con
l'obiettivo evidente di rimuovere la presenza delle componenti di sinistra al
proprio interno che nell'ultima fase ,in diverse occasioni, hanno messo in
discussione l'operato del gruppo dirigente centrale della Fiom.
Ci sembra che
un sindacato conflittuale non può che nutrirsi del pluralismo e della dialettica
anche aspra tra diverse posizioni al proprio interno. L'appiattimento
burocratico non può che seminaredisorientamento e frustrazione proprio tra
coloro che sono in prima linea a reggere l'urto dell'offensiva
padronale.
Esecutivo Nazionale Sinistra Critica
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